
Umberto Quistelli – un DS che sta facendo strada nel professionismo
Con grande piacere, a nome dell’Associazione UNICALCIO, rivolgo alcune domande all’amico Umberto Quistelli, con il quale ho condiviso il percorso di studi.
Il suo trascorso da professionista come calciatore e poi l’inizio di una nuova avventura come dirigente nel mondo del calcio, rappresenta un chiaro percorso ricco di soddisfazioni ed un esempio per tutti coloro che intendono proseguire il loro cammino professionale nello stesso ambito sportivo o decidano di intraprenderlo anche senza aver avuto un passato importante da atleta. Nonostante fosse già in possesso della qualifica di Direttore Sportivo conseguita con i corsi centrali FIGC a Coverciano, Umberto non ha esitato ad intraprendere l’università per proseguire la propria formazione professionale e aumentare un già ricco bagaglio tecnico specifico. Per questo e per le qualità umane che ha sempre dimostrato di avere, è con grande piacere che lo annoveriamo tra i nostri iscritti. UNICALCIO è il contenitore dei laureati in calcio che intendono proseguire la propria formazione ed ambiscono ad esprimere il massimo delle proprie potenzialità nei contesti professionistici del nostro sistema calcio.
Conoscere le esperienze ed il pensiero di addetti ai lavori come Umberto Quistelli, permette di comprendere meglio alcune dinamiche non sempre chiare e facilmente osservabili.
INTERVISTA
Si è chiusa ufficialmente una stagione particolare a causa del corona-virus. Come pensi che possa aver influito nel campionato di Lega PRO una pausa forzata di questo tipo e quali saranno le conseguenze per gli addetti ai lavori (calciatori, tecnici e dirigenti) nella prossima stagione?
Questo campionato, a causa del covid-19, si è concluso in modo inaspettato. Grazie al Consiglio Federale e al Presidente Gravina, si disputeranno almeno i Play Off e Play Out in base ai relativi punteggi delle classifiche. La preoccupazione maggiore è per la stagione 2020/2021 soprattutto per le società di Lega PRO perché, mentre i Club di Serie A e B vivono di contributi cospicui derivanti maggiormente dai diritti televisivi (e altre fonti), in Serie C un Presidente deve far fronte direttamente a spese molto onerose utilizzando i fondi ricavati dalla propria azienda… e in questo periodo, molti di questi si trovano a dover salvare la propria società, piuttosto che la squadra. Quindi assisteremo a scenari probabilmente differenti, con Club che non riusciranno ad iscriversi (o lo faranno con enormi difficoltà) anche per assenza di sponsor a loro sostegno ed inoltre peserà economicamente la perdita derivante dalla mancanza di pubblico sugli spalti -soprattutto all’inizio del campionato- se la situazione del virus non si dovesse risolvere definitivamente. Tutto ciò avrà inevitabili ricadute sulla stipula di contratti con tutti gli addetti a lavori: calciatori, allenatori, dirigenti, ecc.
In una carriera succede che si può approdare verso nuove società con differenti modi di concepire determinati ruoli. Nella tua esperienza hai sempre trovato le medesime condizioni di lavoro o hai dovuto rivalutare il tuo ruolo in base alle esigenze/richieste della proprietà?
Nella carriera di un dirigente ci si trova sempre a far fronte alle diverse esigenze di ogni proprietà. Io ho cominciato ad esempio come Responsabile del settore giovanile del Barletta in Lega PRO e poi dell’Andria. Ognuna di queste aveva una propria visione di crescita dei comparti giovanili e diversa era anche l’attenzione delle prime squadre verso i più giovani. A Lecce, ad esempio, c’è stato un modo ancora differente di strutturare gli organici dei calciatori, in quanto la Società prediligeva l’acquisizione di giocatori già di un alto profilo perché lo scopo era, senza mezzi termini, quello di vincere il campionato. Diciamo che in ogni proprietà un dirigente deve sapersi adattare alle esigenze del Club, rendendosi sempre disponibile e pronto in qualsiasi situazione. Il calcio non ammette pause di riflessione e quindi bisogna farsi trovare attenti e preparati per ogni evenienza, in qualsiasi ruolo. Sono stato Responsabile dei settori giovanili, Direttore sportivo e Club Manager in varie realtà e in ognuno di questi ruoli ho dovuto dimostrare di saper affrontare situazioni inaspettate, soprattutto per quanto concerne il mercato e la costruzione di una squadra che è la base per una società.
Dopo le tue trascorse esperienze professionali, cosa ti piacerebbe trovare in una nuova società?
Chiaramente, in ogni contesto nel quale si approda si cerca la serietà e la professionalità. Quest’ultima, purtroppo, in Lega PRO scarseggia, a differenza della maggior parte dei Club che milita nelle serie superiori di A e B. Comunque in ogni nuova società dove si viene assunti, bisogna sempre essere professionali, in ogni ruolo, anche laddove si incontrino proprietà non propriamente all’altezza di un campionato professionistico. Ritengo infatti che i primi requisiti per un dirigente debbano essere la preparazione e la formazione.
Hai avuto sicuramente già alcune proposte di lavoro da qualche società. Hai già deciso dove vorrai approdare nella prossima stagione?
Al momento sono in fase di valutazione delle offerte e mi sono ripromesso di scegliere e valutare con la dovuta calma e attenzione quello che mi viene proposto. L’ultima esperienza nella Virtus Verona in Serie C è stata positivissima. Una grande annata, organizzata nel modo migliore e ottenendo il giusto piazzamento per il potenziale a disposizione. Siamo arrivati undicesimi: obiettivo mai raggiunto dal Club. Una salvezza ottenuta con una minima spesa ma con giocatori davvero in gamba. Saluto il Club con affetto e rispetto e, proprio per i risultati ottenuti con la Virtus Verona, ambisco a raggiungere traguardi sempre più ambiziosi, in linea con le mie aspettative.
Hai fatto un percorso di studi importante, passando dalla formazione obbligatoria organizzata dalla FIGC per conseguire l’abilitazione di Direttore Sportivo, alla scelta di frequentare il percorso strutturato dall’Università San Raffaele di Roma per la laurea in Scienze Motorie – indirizzo calcio. Ormai sei prossimo alla discussione della tesi e pertanto voglio chiederti se questo ciclo di studi è stato davvero utile e formativo, anche per il tuo lavoro.
Il percorso universitario lo consiglio a tutti quelli che vogliono avere un futuro nel calcio perché, come detto, la preparazione è fondamentale per lavorare nel professionismo. Io sono passato dal corso di DS fatto a Coverciano per poi approdare a quello universitario -Laurea in Scienze Motorie Indirizzo Calcio della San Raffaele di Roma- grazie all’AIC. Mi preme ringraziare i professori Fabio Poli, Paolo Piani e tutto il corpo docente perché mi hanno permesso di accrescere le mie conoscenze professionali attraverso questo fantastico percorso di studi. Chi vuole lavorare nel professionismo deve avere “fame” di sapere… deve predisporsi per imparare quanto più possibile. È impensabile oggi accedere nel mondo del lavoro in un sistema calcio sempre più esigente, senza un’adeguata preparazione. Ovviamente, essendoci una concorrenza importante tra chi aspira a ricoprire ruoli di un certo tipo nei Club professionistici, è fondamentale esserne all’altezza. Solo chi “sa” può andare avanti e “fare strada”.