ESORDIENTI – CONOSCIAMOLI PER GUIDARLI

Maggio 28, 2020 0 Di Socio Iscritto

In questa stagione sportiva 2019/2020 mi sono occupato della preparazione di sei portieri, categoria esordienti, tre nati nel 2008 e tre nati nel 2009. È stata la mia prima esperienza con loro in quanto è la prima volta che collaboro con questa società. Christian, Lorenzo, Edoardo, Pietro, Luca e Ruben, che ringrazio molto. Sono sei ragazzini, caratterialmente diversi l’uno dall’altro, diversi come preparazione, apprendimento, misure antropologiche, sviluppo, ma con un unico obiettivo, quello di crescere sportivamente, di imparare il difficile ruolo del numero uno, seguendo il lungo percorso formativo che li porterà a diventare di buoni portieri.

Quindi sei individualità. Questo mi ha portato a confermare quanto sia veramente importante e fondamentale conoscere “ogni atleta” e capire come possiamo intervenire per riuscire a tirare fuori il meglio di loro, per il raggiungimento di quell’unico obiettivo.  Ho realizzato come non esiste un metodo valido per tutti, quello che può andare bene per uno potrebbe non essere d’aiuto per l’altro. Questo rende la nostra missione di preparatori dei portieri ancora più affascinante, trasformando ogni stagione in una nuova sfida.

Diventa determinante, in questa fascia d’età, l’empatia che si instaura con il piccolo atleta, affinché lui si fidi di noi. Vorrei soffermarmi su questo ultimo punto. Per ottenere il massimo dal nostro giocatore, dobbiamo guadagnarcila sua fiducia, dimostrandogli che siamo capaci e che possiamo aiutarlo in questo percorso. Da qui, diventa fondamentale la preparazione e soprattutto il continuo aggiornamento del nostro ruolo che diventa fondamentale quando si lavora con queste fasce di età. Il nostro non è un compito semplice, e soprattutto con le nuove generazioni, è diventata una sfida continua nel doverli guidare e convincerli.

Le nuove generazioni ricevono un numero illimitato di informazioni dettati dalla tecnologia, da internet, dai social; rappresentano un bersaglio senza filtri, e senza avere la capacità di analizzarle e rielaborarle. Questo, secondo me, per un buon preparatore dei portieri e non solo per questo ruolo, diventa un grande compito, aiutarli a capire come e quando interpretare tutti questi messaggi che ricevono, a volte anche senza alcuna logica.

Capita sempre più spesso che i ragazzi, tornati a casa da scuola, o dopo la seduta di allenamento con noi, si imbattono a visionare su internet, filmati qua e la che riguardano preparazione dei portieri e magari poi volerle provare in campo. Per non parlare poi di tutto quello che vedono in TV, seguendo magari il loro “idolo” sportivo che gli rappresenta e gli inspira. Ed è qua che deve emergere la nostra bravura e comprensione, aiutandoli ad elaborare quelle informazioni che hanno ricevuto, trasformandole a loro vantaggio!! Questo sì che è una bella sfida.

Ho voluto prendere spunto da questo piccolo argomento, per confermare quanto è importante quindi conoscere le individualità dei nostri ragazzi, se vogliamo tirare fuori il meglio di loro, e che un lavoro “troppo generale”, non ci farà raggiungere i successi che ci prefiggiamo per loro.

Prendo ad esempio i “social”, in questo caso, farei fare l’esercitazione vista dall’allievo, ricostruendola però in base alla sua reale capacità e alla sua preparazione. Ed è qui che si valorizza la nostra esperienza e bravura, nel saper tradurre l’esercizio, a misura di tutti i nostri ragazzi. E questo lo possiamo fare solo se conosciamo bene il nostro atleta.

Non sarà un facile lavoro, ma sé ci riusciamo, mandiamo un bel messaggio ai nostri piccoli atleti, aiutandoli a capire che non tutto quello che vedono, va bene per loro o e da prendere ad esempio, e che loro possono avere la massima fiducia in noi e che grazie al nostro aiuto potranno esaudire la voglia di scoperta e curiosità che hanno. Che ben vengano le loro idee, i loro spunti, che sicuramente saranno da noi ascoltate per poi lavorarci insieme. Ascoltiamoli quindi.

Penso sia questa la chiave del nostro successo per poter ottenere la loro massima fiducia in noi, dimostrando a loro che sappiamo fare, che conosciamo bene la materia che trattiamo, che li sappiamo guidare e che abbiamo la pazienza di ascoltarli; questo ci permette così di conoscergli meglio costruendo così un rapporto di fiducia reciproca, individualizzando le loro caratteristiche e capacità. Non meno importante sarà la nostra capacità di osservazione, sono tantissimi i messaggi che i nostri ragazzi ci mandano e sta a noi cogliere i loro segnali, che ci saranno di grande aiuto per programmare la crescita sportiva e non solo del nostro piccolo portiere.

Queste saranno le fondamenta che ci aiuteranno a capire da dove poter iniziare a costruire le nostre esercitazioni e il nostro cammino insieme. È da questo punto che programmo le mie esercitazioni, da quelle fondamenta che mi aiutano a capire da dove posso iniziare il lavoro con i miei portieri, e a tal proposito, espongo volentieri un esempio che mi è capitato in campo con loro. Ho subito notato carenze nella parte coordinativa, problema comune in questa fascia di età e non solo per questa fascia, per i motivi ormai conosciuti, riconducibili al cambiamento dello stile di vita degli ultimi decenni.

Ho deciso quindi di intervenire, nella parte inziale della seduta, quella del riscaldamento, proponendo loro, l’esecuzione del programma FIFA 11+, utilissimo nella prevenzione degli infortuni.  Chiaramente, non ho applicato il programma, così come costruito ed indicato, ma l’ho personalizzato in base alla preparazione dei miei portieri, tenendo conto anche della loro età e delle loro aspettative. Ma non mi sono accontentato, ho chiesto a loro di partecipare anche alla costruzione del percorso, preparandolo loro stessi, con la messa in campo degli attrezzi, un vero lavoro di squadra.

In questo modo, il gruppo ha lavorato insieme, ogni uno con un proprio compito, (prendere il materiale, calcolare le distanze necessarie, mettere in campo il materiale in base al programma che abbiamo stabilito ecc.) e sempre per il raggiungimento di quell’unico obiettivo. I ragazzi hanno risposto benissimo, imparando in poche sedute, la corretta esecuzione degli esercizi proposti; tutti e sei sapevano cosa dovevano fare all’inizio della seduta, preparando e preparandosi da soli, sui primi dieci minuti di riscaldamento.

Per quanto riguarda la personalizzazione dell’esercizio ho introdotto le varianti che ho ritenuto utile, per il lavoro che dovevo far svolgere, e rispetto alla proposta originale che prevede il programma ho fatto le seguenti modifiche:

  1. ho diminuito la distanza fra i coni da 6 a 3 metri, lasciandoli di pari numero comunque 6;
  2. Nessuna variante per la prima parte, cioè il percorso A (interno), quindi i ragazzi hanno eseguito correttamente la prima parte, come previsto dal protocollo; per quanto riguarda invece il percorso di ritorno, cioè quello B (esterno) ho aggiunto su di un lato la scaletta per far eseguire uno skip veloce, mentre sull’altro lato ho sistemato dei paletti per l’esecuzione di uno slalom.
  3. Per fare in modo, che tutti i ragazzi eseguissero sia lo skip che lo slalom, dovendo ripetere ogni esercizio due volte, ho chiesto a loro di invertire il lato di partenza al rientro dal primo percorso.

 

Quindi, ho aggiunto alla prima parte del programma una parte coordinativa, nella fase di ritorno, percorso B, eseguendo tutta la prima parte, un solo esercizio della seconda parte (gli ho chiesto solo il plank), terminando qui la fase del riscaldamento, in quanto non viene effettuata la terza parte.

Riepilogando:

Per la prima parte(sono elencati gli esercizi che svolgono nella fase A (andata) per il ritorno, effettueranno sempre lo skip e lo slalom.

1° Esercizio:             Corsa in linea retta;

2° Esercizio:             Corsa anca fuori;

3° Esercizio:             Corsa anca dentro;

4° Esercizio:             Corsa intorno al compagno;

5° Esercizio:             Corsa salto con contatto delle spalle con il compagno;

6° Esercizio:             Corsa sprint avanti e indietro.

Per la seconda partefaccio eseguire loro un solo esercizio

1° Esercizio:             Plank per circa 30-40 secondi per 3 volte.

Per la terza parte, non la faccio eseguire. Dopodiché continuiamo la seduta in base alle esercitazioni preparate. Su internet, potete trovare il programma completo di FIFA +11

Con questo articolo, ho voluto condividere la mia esperienza, sul fatto che le inspirazioni per la costruzione di una seduta di allenamento, per i nostri portieri, sono molteplici, ma ritengo fondamentale debbano partire da un’attenta osservazionee valutazionedei nostri piccoli portieri.  

Buon lavoro a tutti.

 

  Giuseppe ATZORI

 

Allenatore Portieri Dilettanti e Settore Giovanile

Allenatore giovani calciatori (UEFA “C”)

Laureato in scienze motorie indirizzo calcio

Attualmente in organico nel Settore giovanile del Pisa Calcio, preparatore dei portieri categoria esordienti