Le competenze di un buon osservatore
Le qualità necessarie per essere un buon osservatore:
– Capacità di sapere lavorare in gruppo.
- Un gruppo è un insieme più o meno grande di persone con:
– una comune percezione della loro unità
– interdipendenti
– interagenti in un certo periodo e in un dato spazio
– legate ad un senso di appartenenza con valori, norme, ruoli dichiarati e condivisi
– orientate più o meno consapevolmente alla stessa meta da bisogni e desideri
La capacità di un singolo osservatore e quella di saper lavorare in gruppo, e avere le basi per poter lavorare in armonia insieme agli altri.
Saper Programmare
Fondamentale in qualsiasi ambito lavorativo, in particolare per un osservatore nel gestire i suoi tempi. Facciamo riferimento alla gestione del tempo, aver la capacità di gestire il tempo di permette di poter programmare. “Non si può gestire il tempo se non lo si conosce”.
Conoscere il proprio tempo di lavoro diventa fondamentale.
Un utile esercizio è andare a conoscere il proprio tempo di lavoro per poterlo andare a migliorare, e capire dove alcune attività possono essere accorpate
Tempistica
Anticipare i tempi! E Arrivare per primi!
Non si tratta di essere bravi a vedere Ibra o Ronaldo ma di vederli prima degli altri. Questo è il concetto che vogliamo portare avanti, perché pensiamo che non ci sia nessun genio tra gli osservatori, il calciatore bravo lo vedono tutti, anche chi ha meno dimestichezza. Il problema è organizzarsi in modo di vederlo prima e la capacità di intervenire e di prenderlo subito. In altri termini: conoscenza, ricerca, individuazione, tempestività e anticipo. La ricerca richiede tempo, passione, occorre prendere spunto da ogni piccolo particolare, da ogni voce, usare ogni tipo strumento. Darsi un metodo. La velocità nello scouting internazionale è alla base di tutto. Ragionare da grande e agire da provinciale.
Per poterlo fare è indispensabile possedere sia un’ ottima e capillare organizzazione, sia più informazioni degli altri.
Saper diagnosticare e valutare
Valutare i giocatori e le qualità. Non tanto sapere valutare le prestazioni durante la partita, ma saper valutare le potenzialità, i margini di crescita che ha quel giocatore.
Bisogna avere un metodo.
Avere un proprio metodo. Oggettivare la scelta, più la oggettiviamo meno si corre il rischio di sbagliare
«Il segreto del successo esiste, ma ognuno ha il proprio… ognuno di noi matura la formula irripetibile del proprio processo decisionale: dobbiamo essere in grado di identificarla, di valutarne le modalità, di cavarne il meglio e di migliorarla continuamente»
Enrico Munerati
Laureato in scienze motorie indirizzo calcio
Osservatore presso S.P.A.L
Spunti e riferimenti presi dal corso di “Statistica: scouting, match analisys ed elaborazione dati” nel percorso di laurea di Scienze Motorie indirizzo calcio dell’Università San Raffaele.